Fromm ha scritto molto poco sulla tecnica psicoanalitica, e le sue vedute vanno ricostruite soprattutto sulla base di fonti inedite e indirette. In questo lavoro viene condotto un confronto sistematico tra Freud e Fromm su dodici aspetti della tecnica. Fromm è d’accordo con Freud che lo scopo della psicoanalisi sia quello di rendere cosciente l’inconscio, ma amplia questo scopo fino al pieno recupero dell’inconscio. La differenza più netta rispetto a Freud riguarda il ruolo dello psicoanalista. Secondo Fromm, l’atteggiamento distaccato è il difetto più grave della tecnica di Freud. L’analista invece deve entrare in contatto col paziente con tutto se stesso e stabilire un rapporto >dal profondo al profondo<. Deve offrirsi come oggetto transferale, ma anche come persona reale. Le resistenze vanno affrontate molto attivamente. In questa modificazione della tecnica di Freud, Fromm considera Ferenczi e Sullivan come suoi precursori. La posizione di Fromm viene anche confrontata con sviluppi più recenti della psicoanalisi. Viene suggerito che, per il fatto di essere intensamente coinvolto a livello empatico ma di non vedersi come inevitabilmente coinvolto nella ripetizione del passato e di non rendere esplicita l’interazione terapeutica, Fromm appartine agli analisti caratterizzati dalla >partecipazione con< e non a quelli caratterizzati dalla >partecipazione a<.
Introduzione
(1989)
Chi é Erich Fromm
(1992)
Democraticamente
(1980)
Dall'Avere all'Essere
(1980)
Lo spazio della mente,
(1989)
Commenti a Erich Fromm
(1981)
Chi si ricorda di Lefebvre?
(1978)
L’arte di vivere
(1993)
L’uomo Freud
(1991)
Il movimento psicoanalitico
(1991)
Freud e la sessualità
(1991)
L’illuminista Freud
(1991)
Il processo terapeutico
(1991)
L’<altra< immagine dell’uomo
(1991)
L’interpretazione dei sogni
(1991)
L’accesso all’inconscio
(1991)
Il credo umanistico
(1990)
L’arte di amare
(1990)
Verso una nuova società
(1990)
L’inconscio sociale
(1990)
Il carattere necrofilo
(1990)
Il carattere autoritario
(1990)
Il carattere mercantile
(1990)