On the subject of countertransference we attempt to establish a line of continuity between Freud's own expression >blind spot< and Fromm's idea of >counterattitude<. It is pointed out that both expressed the idea of the analyst's unconscious as an >instrument< for understanding the patient's unconscious. It follows that the decision to openly use or not to use countertransference in analysis also depends on the concept we have of it and on its extent. The psy-choanalyst's real and illusory values and his convictions with regard to human nature influence the countertransference and the analytic relationship. Analytic listening itself may be distorted by it. We must be highly aware of this to avoid enclosing what the patient says in a theoretic scheme. What is needed, there-fore, is an open theoretic scheme, more oriented towards understanding than in-terpretation. Aspects of analytic communication and of the relationship between language, thought and insight are examined. A humanistic point of view is as-sumed in distinguishing between the transferral and the real plane, and the rea-sons behind the legitimacy of such a distinction are expounded.
The distinction between the having mode and the being mode seems to be the basis of E. FROMM's clinical approach, which finds its main application in the center-to-center relatedness between analyst and patient. Analysts can understand a patient because they experience what the patient experiences. The dialog is based on reciprocally communicated emotional and conceptual responses and reactions; both identities come into play. The psychoanalytic session can save itself from the having mode by addressing the patient's living memory, which represents the past relived in the present, according to the being mode. Case material from a psychoanalytic session with a 31-yarr-old woman is included. (German and Spanish abstracts.)
Presentazione
(1995)
Controllo e creatività
(1988)
Il linguaggio autoritario
(1987)
La passione dell'infanzia
(1991)
>Dati empirici sull'ontogenesi del carattere sociale tedesco e confronti transculturali<: Vengono descritte la teoria dell'attaccamento, così come è stata sviluppata da Bowlby, e la ricerca empirica che ne è derivata, a cominciare dalla Strange Situation della Ainsworth e dalle osservazioni in casa ad essa correlate. Vengono pure riferiti gli studi sulla trasmissione transgenerazionale, sui modelli di lavoro interni e gli studi longitudinali. L'argomento principale del lavoro è costituito dagli studi transculturali condotti in Germania, Israele e Giappone. Nella Germania settentrionale, in confronto agli Stati Uniti, venne trovata una frequenza maggiore di comportamenti evitanti nei bambini. Questo dato è stato correlato con la richiesta culturale di una prematura fiducia in sé. Si suggerisce che nei bambini evitanti della Germania settentrionale noi vediamo l'ontogenesi precoce del carattere autoritario.
Fromm ha scritto molto poco sulla tecnica psicoanalitica, e le sue vedute vanno ricostruite soprattutto sulla base di fonti inedite e indirette. In questo lavoro viene condotto un confronto sistematico tra Freud e Fromm su dodici aspetti della tecnica. Fromm è d’accordo con Freud che lo scopo della psicoanalisi sia quello di rendere cosciente l’inconscio, ma amplia questo scopo fino al pieno recupero dell’inconscio. La differenza più netta rispetto a Freud riguarda il ruolo dello psicoanalista. Secondo Fromm, l’atteggiamento distaccato è il difetto più grave della tecnica di Freud. L’analista invece deve entrare in contatto col paziente con tutto se stesso e stabilire un rapporto >dal profondo al profondo<. Deve offrirsi come oggetto transferale, ma anche come persona reale. Le resistenze vanno affrontate molto attivamente. In questa modificazione della tecnica di Freud, Fromm considera Ferenczi e Sullivan come suoi precursori. La posizione di Fromm viene anche confrontata con sviluppi più recenti della psicoanalisi. Viene suggerito che, per il fatto di essere intensamente coinvolto a livello empatico ma di non vedersi come inevitabilmente coinvolto nella ripetizione del passato e di non rendere esplicita l’interazione terapeutica, Fromm appartine agli analisti caratterizzati dalla >partecipazione con< e non a quelli caratterizzati dalla >partecipazione a<.
Introduzione
(1989)
Chi é Erich Fromm
(1992)
Democraticamente
(1980)
Dall'Avere all'Essere
(1980)
Lo spazio della mente,
(1989)
Commenti a Erich Fromm
(1981)
Chi si ricorda di Lefebvre?
(1978)
L’arte di vivere
(1993)
L’uomo Freud
(1991)
Il movimento psicoanalitico
(1991)
Freud e la sessualità
(1991)
L’illuminista Freud
(1991)
Il processo terapeutico
(1991)