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Questo libro si propone di rendere esplicite le teorie scientifiche, qui chiamate paradigmi, che l’autore ha trovato utili in psicoanalisi. Egli elenca nove paradigmi: la genetica, la neurobiologia, la teoria dell’attaccamento, la ricerca infantile, il trauma, il modello relazionale, il sistema della famiglia, il livello socioculturale e la preistoria. Questi nove paradigmi vengono presentati in altrettanti capitoli. L’autore rivolge un’attenzione particolare alla teoria dell’attaccamento, che egli considera il più potente strumento concettuale a disposizione dello psicoanalista. Egli si occupa anche del trauma e del modello relazionale, con particolare riferimento a Ferenczi, Bowlby e Fromm. Esamina l’effetto dell’evoluzione culturale, con l’avvento dell’agricoltura, sulle strutture della famiglia e del carattere, e la discontinuità che ne deriva rispetto ai bisogni innati dell’individuo e del gruppo, la quale dà luogo ad un ambiente innaturale, e quindi alla patologia individuale e di gruppo, come la guerra. Le conseguenze di questi fattori combinati portano al bisogno di psicoterapia, che viene esaminata assieme al ruolo dello psicoterapeuta e alla terapia delle psicosi. L’autore sostiene che al livello sociale la psicoterapia possa contribuire al riemergere della cultura materna innata, basata sull’accudimento e sulla collaborazione. Questo libro può essere di grande interesse sia per lo psicoanalista che per lo psicoterapeuta.
Therapeutic Revolutions examines the evolving relationship between American medicine, psychiatry, and culture from World War II to the dawn of the 1970s. In this richly layered intellectual history, Martin Halliwell ranges from national politics, public reports, and healthcare debates to the ways in which film, literature, and the mass media provided cultural channels for shaping and challenging preconceptions about health and illness. Beginning with a discussion of the profound impact of World War II and the Cold War on mental health, Halliwell moves from the influence of work, family, and growing up in the Eisenhower years to the critique of institutional practice and the search for alternative therapeutic communities during the 1960s. Blending a discussion of such influential postwar thinkers as Erich Fromm, William Menninger, Erving Goffman, Erik Erikson, and Herbert Marcuse with perceptive readings of a range of cultural text that illuminate mental health issues--among them Spellbound, Shock Corridor, Revolutionary Road, and I Never Promised You a Rose Garden--this compelling study argues that the postwar therapeutic revolutions closely interlink contrasting discourses of authority and liberation. [Taken from Publisher’s Website: http://rutgerspress.rutgers.edu]